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Social in azienda? Si, ma attenti ai social-sola

Dopo mesi di ricerca e sconforto ecco la soluzione pararcisi davanti. Quelli che sono stati tempi bui - quelli di chiusure aziendali, di cassa integrazione e corrispondenze poco amorose con Equitalia stanno per finire. Abbiamo avuto l'intuizione giusta: i social network sono il futuro della nostra azienda.

Ed eccoci che, dopo questo Platonico risveglio, si confida in Google digitando "social media per le aziende", "guida social network gratis" e passando ore tra manuali scaricabili, pseudo-Guru e blog di settore.

Passano pochi giorni e sappiamo tutto di come funzionano questi nuovi media (o così pensiamo!): ora non ci resta che provare a far funzionare il tutto. Questo stadio (saggio e sano come il "provare per credere") porta però solo risultati spesso sconfortanti insieme ad una nutrita serie di domande.

Perchè questi fan (spesso profilati tra gli amici di Facebook) non cliccano Mi piace sulla nostra nuova pagina Facebook? Perché Quando scrivo qualcosa nessuno lo apprezza? Perchè, di colpo, questo mondo digitale appare così complesso?

Semplice, perchè lo è.

Dopo aver trovato risorse e provato strategie social fai-da-te senza risultati in termini di ritorno (né di immagine reale nè economico) la maggior parte delle aziende si trova ad un bivio netto:

1. Decidere che si tratta di 'roba complicata' - lasciando perdere l'idea dei social in azienda:
2. Rivolgersi ad un esperto di settore.

Siamo sinceri. Nel primo caso i danni sono così limitati (abbiamo provato, non ha funzionato e finiremo nel dimenticatoio del web molto prima di quel che pensiamo) da non necessitare commenti.

Nel secondo caso però alcuni commenti sono dovuti.

Siamo nuovamente sinceri. Questo post non vuole suonare come sviolinata di angelici cherubini sui 'perché ed i per come' scegliere un buon social media manager/social media expert/social media 'Diosolosachecosa' per la vostra azienda. Anzi. Vuole essere uno spunto di riflessione su come difendersi

Rivolgersi ad uno specialista è si una buona idea - ma strettamente collegata ad un fattore spesso poco vagliato dalle aziende.

Il professionista deve essere realmente tale.

Quando il professionista è un social-sola

Internet ed ultimi ma non ultimi i social network hanno creato numerose professioni che, fino a pochi anni fa, erano lontane da poter essere inserite nelle chiavi di ricerca dei portali del lavoro.
Ecco che, approfittando della situazione e del gap generazionale tra aziende e nuovi professionisti e con la complicità dell'inglese (amplificatore naturale delle mansioni più semplici e ovvie) - molti (troppi) neo specialisti cavalcano l'onda della digital economy senza avere una reale competenza

E' giusto però sapere che esiste più di un metodo per smascherare i social-sola. Un metodo che si basa su due pilastri: la logica e la mole di informazioni che il web ci offre e si sviluppa in 3 fasi

- Fase di ricerca web
- Fase di confronto con la realtà esterna
- Fase di confronto con la realtà interna

Ecco che dopo aver digitato le prime parole magiche su Google troviamo l'agenzia/studio/professionista dei nostri sogni. Ecco il volto che in poche ore farà di noi la nuova Facebook! Ma come sappiamo che ciò che dice di saper fare corrisponde alle nostre esigenze? Sarà poi così bravo?

FASE DI RICERCA WEB
Internet sarà la nostra guida - sfruttiamola. Immaginiamo di aver trovato un consulente/professionista che dica di essere in grado di dare ai propri clienti risultati attraverso l'uso di Blog - facendo indicizzare le aziende in prima posizione su Google - e Facebook, raggiungendo numerosi potenziali clienti e MI PIACE facendo così guadagnare i propri.

Pare ovvio ma non scontato andarlo ad incrociare proprio su questi due canali!
Sorprendentemente sono molti i millantatori che non fanno per se stessi quello che dicono di poter fare (a pagamento!) per eventuali clienti!

Risultato? Credibilità zero.

Se fossero così bravi probabilmente avrebbero anche loro - se non di più - risultati tangibili dalle loro strategie e per smascherarli basta una tastiera del computer.
Come potrebbe infatti un company blogger (blogger specializzato in gestione di blog per aziende) - far risultare la vostra azienda prima in Google sul settore di appartenenza senza essere sul proprio?

2. FASE DI CONFRONTO CON LA REALTA' ESTERNA

Bene, ora sappiamo che almeno per la propria azienda il professionista sa il fatto suo. Ovviamente questo non può bastare. Sarà in grado di fare al caso nostro? Porterà gli stessi risultati per la nostea azienda? Da una semplice analisi web non potremo (se non siamo già al dentro noi stessi del settore) capire se chi ci si presenta abbia una reale competenza che faccia al caso nostro.

Ecco perché possiamo fare è quanto segue:

Confrontarci con la realtà esterna al professionista stesso, ossia i suoi clienti.

In chiave trasparenza un professionista serio e sicuro di sé non avrà problemi a fornirvi una lista dei suoi affezionati clienti con i quali potervi confrontare direttamente.
Di certo tale operazione trasparenza rende il professionista ben più accessibile e verificabile dei tanto abusati testimonial sul sito (spesso finti).
Ovvio è che esiste una possibilità di 'combutta' tra professionista ed azienda ma anche essa è superabile grazie ad un ulteriore verifica.

3. FASE DI CONFRONTO CON LA REALTA' ESTERNA

Abbiamo controllato il web ed i clienti del nostro futuro professionista del web. Non ci resta che incontralo per una valutazione de visu. Come al solito, social non social, sono proprio le nostre sensazioni personali e l'istinto che sapranno darci la giusta strada. Nonostante tutto non fidiamoci delle apparenze! Non bastano una giacca ed un cravatta per essere seri. Ecco dunque (in ultimo) il test madre della verificabilità del vostro professionista: proponetegli un test gratuito a success fee.

Cosa significa?

Proponetevi di non pagarlo il primo mese per saggiare le sue competenze e di basarsi sul test drive a provvigione, magari pagando solo le spese vive sugli investimenti pubblicitari (spesso poco più di 100 euro). Stupiti? Forse, ma ragioniamo con calma.

Un consulente o un professionista serio sa cosa è in grado di fare e quando può farlo ed in quale parametri - quindi non avrà problemi a dimostrarvelo sul campo.

In caso contrario, con tutta probabilità, o non è certo di cosa poter fare o sta millantando delle capacità.

Rivolgersi ad un professionista per gestire progetti social in azienda è dunque una scelta importante e consigliata. Si deve però essere tutelati nella scelta dato il numero ampio di finti professionisti in rete (e non solo!). Tale tutela lo possiamo prendere in tre semplici passi - partendo da una ricerca web sul professionista e sulle sue capacità - domandando poi ai suoi clienti di raccontarci della sua effettiva esperienza e poi incontrandolo/a per una verifica diretta in cui proporre una prima collaborazione non-onerosa per avere la totale certezza di esserci rivolti alla persona giusta.

Il web offre numerose possibilità alle aziende, possibilità spesso mascherate da professionisti poco seri.
Social dunque si ma facendo attenzione a social-sola.
 

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